La Fondazione Italiana del Notariato, attraverso le proprie attività di ricerca e formazione, si propone di realizzare nel prossimo futuro due principali operazioni culturali:

  • il ripensamento dello status professionale del Notaio contemporaneo;

  • il ripensamento del contributo della prassi notarile alla creazione del diritto vivente.

Per meglio chiarire il senso di queste due operazioni culturali occorre aggiungere alcune considerazioni.

Riguardo alla prima si tratta di avviare una riflessione storico/critica/comparativa sull’attuale ruolo e stato professionale del giurista e in particolare del Notaio. L’obbiettivo, strumentalmente più modesto ma metodologicamente più corretto, sarebbe di sollecitare il Notaio – di cui è denunciata la propensione a fissare il proprio oggetto conoscitivo nel presente, quasi fosse la migliore delle dimensioni giuridiche o addirittura l’unica – a pensare al diritto ed al risultato della propria attività professionale storicamente e pertanto a relativizzarlo, impiegando proprio il metodo storico/comparatistico. Con la precisazione che relativizzare non significa immiserire o svalutare, ma solo inserire le figure giuridiche in un tessuto relazionale e pertanto collocarle sullo sfondo di orizzonti più vasti che ne risaltano le peculiarità, situandole nel contesto storico che ha contribuito a generarle e forgiarle.
La seconda operazione culturale potrebbe consistere nel guardare attraverso l’apparato legislativo perseguendo un’altra salutare relativizzazione, consistente nel porre legge e legislatore in relazione dialettica con gli apporti (palesi, sepolti o rifiutati) di dottrina, giurisprudenza e prassi notarile, portando allo scoperto le scelte "politiche” di selezione tra vari interessi particolari e svelando le virtù ed i limiti rispettivi. Ciò potrebbe giovare all’acquisizione della piena consapevolezza non solo dell’attuale policentrismo normativo, ma pure del ruolo della prassi notarile nel sistema delle fonti del diritto.

Queste due operazioni culturali se realizzate, o anche solo avviate, potrebbero favorire tre grossi recuperi:

  • un ripensamento del ruolo del Notaio non quale esecutore del comando legislativo, bensì nella veste di partecipe a pieno titolo, in sinergia con la giurisprudenza, del ruolo di artefice del diritto vivente, attraverso la propria ordinata prassi negoziale;
  • una visione del diritto più adeguata al tempo presente, non più quale somma di prescrizioni, bensì come complesso di regole socialmente condivise che nascono dal basso ed in basso, secondo l’insegnamento della scienza giuridica contemporanea più colta e sensibile;
  • il recupero del Notariato - che sembra subire una deriva che lo relega ad un ruolo socialmente e culturalmente marginale - dalla periferia al centro del dibattito politico culturale, in un fecondo dialogo con l’Accademia, le altre professioni giuridiche e non, le istituzioni.